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In questo articolo vorrei spiegarvi come leggere la bolletta dell’energia elettrica della vostra abitazione. Ho pensato ad un contenuto bilanciato: una via di mezzo tra una lettura analitica e verificata con le delibere dell’autorità competente ARERA (troppo dispendiosa in termini di tempo) e la semplice lettura del costo totale rispetto al consumo totale (quella che si limita a fare la maggior parte di voi…siate sinceri!).
Premessa importante: questo articolo difficilmente potrà risolvere tutti i vostri dubbi, ma dovrebbe aiutarvi a formulare dei quesiti specifici. Quindi commentate o scrivetemi qui e vi aiuterò a risolverli!
Le energia elettrica di misura in kWh o MWh (1 MWh = 1000 kWh). Mentre la potenza del contatore si misura in KW.
Nelle varie voci di costo incontreremo:
Diversamente dalle bollette di quasi tutti i fornitori in cui le voci sono riportate in €/kWh, in questo articolo io ragiono in €/MWh, per non avere numeri con la virgola o con molte cifre dopo la virgola.
Vi sembrerà scontato ma non si sa mai: per passare da €/kWh a €/MWh basta spostare la virgola a destra di 3 posizioni!
Vedrete che sarà tutto più comodo anche per voi. Come poter leggere la bolletta se non si conoscono le unità di misura con cui sono espressi i quantitativi a cui poi andranno moltiplicati i coefficienti di costo specifici per ogni voce.
Il formato base della bolletta non contiene informazioni sufficienti per permetterci di controllare se il nostro fornitore ci sta “truffando”.
Piccola precisazione: in realtà non si tratta mai di una truffa, perché siamo stati noi a consentire tutto quanto riportato in fattura attraverso la firma del contratto.
Tuttavia, solitamente è più semplice individuare anomalie nella bolletta che cercare i cavilli all’interno delle condizioni generali di fornitura (minimo 10 pagine con caratteri piccolissimi).
Inoltre, imparando come leggere la bolletta della luce, saprete meglio confrontare le diverse offerte e usare gli strumenti appresi per poter, con il tempo, comprendere le Condizioni generali di fornitura dei contratti veri e propri.
Per avere la bolletta con dettaglio occorre iscriversi all’area clienti del vostro fornitore di energia e, una volta ottenute le credenziali, accedere e scaricare dalla sezione fatture la “bolletta con dettaglio”.
NOTA: Questo articolo risulta sicuramente più utile se letto con la propria bolletta con dettaglio a disposizione, per raffrontare e controllare quanto scritto nei singoli paragrafi con quanto riportato nella vostra bolletta specifica, sezione per sezione e voce per voce.
Sulla bolletta “semplice” (quella riassuntiva che normalmente arriva via posta per esempio – insomma non quella di dettaglio), trovate delle sezioni, spesso riportate in un grafico a torta, così denominate:
La dicitura precisa cambia da fornitore a fornitore, ma il significato si dovrebbe sempre intuire facilmente. Vi riporto un esempio preso da una vecchia bolletta di Enel Energia per la mia utenza domestica di residente:
Per scaricarla interamente in pdf vi lascio il mio link qui
Ora invece entriamo finalmente nel merito delle singole sezioni:
Avrete sicuramente sentito o letto da qualche parte che “la spesa dell’energia rappresenta il 30 – 35 % dell’intero importo della bolletta” e che “è l’unica parte su cui possiamo agire nel mercato per ridurre il costo della bolletta”. Ebbene queste frasi non sono poi così vere. Basta guardare l’esempio della mia bolletta di Enel Energia riportata in figura sopra e vedrete che in quella cosiddetta spesa per l’energia era pari al 50% del totale (senza considerare il canone RAI).
Inoltre, come sto per mostrare nel seguito di questo articolo, non tutta la componente della spesa energia è effettivamente negoziabile: infatti, alcune componenti di tale voce sono spese “passanti” (o partite di giro) per il fornitore, ovvero spese che egli stesso deve pagare ad altri (non importa a chi per il momento); se il fornitore non ve le applica, indipendentemente da quanto abbia pagato lui l’energia, allora significa c’è qualcosa che non va…
Per meglio capire ciò, è opportuno dividere la voce “spesa per l’energia” in tre:
Questa voce è espressa unicamente nell’unità di misura a) €/kWh.
Troverete una riga per ogni mese e per ogni fascia.
Piccola digressione sulle fasce orarie: sono sicuro che le conoscete già, quindi mi limito a dire che in fase di sottoscrizione del contratto avete scelto se firmare un prezzo uguale per tutte le ore o diverso a seconda delle diverse fasce orarie. Per maggiori info vi lascio il link che rimanda alla pagina sito dell’ARERA dove potete trovare tutti i dettagli.
Ma quanto deve essere il valore €/kWh? La risposta è “dipende”. Dipende dal prezzo che avete firmato nelle Condizione economiche del contratto stipulato con il vostro fornitore.
Se avete stipulato un prezzo fisso (solitamente per 12 mesi), allora trovate gli stessi tre diversi valori per ognuna delle fasce F1, F2 e F3 per tutti i mesi dell’anno. Se invece avete un contratto a prezzo variabile (cosiddetto a PUN), trovate un valore diverso per ogni mese. (Approfondirò la differenza tra prezzo fisso e variabile in un prossimo articolo.)
Comunque, per darvi qualche indicazione, solitamente F1 è circa uguale a F2 e ha un valore (prendere con le pinze perché dipende davvero dal “momento storico”) tra 50 €/MWh e 100 €/MWh. Mentre F3 è tra i 30€/MWh e i 60 €/MWh [NB: MEGAWATTORA = 1000 CHILOWATTORA]
Se avete il prezzo monorario, allora sarà compreso tra i 40€/MWh (e in questo caso complimenti!) e i 90 €/MWh.
Vi riporto il dettaglio di una bolletta di energia elettrica della mia utenza domestica del bimestre NOV-DIC 2019, per la quale al tempo avevo attivo un contratto di fornitura con ENGIE.
Come potete vedere, nel mio caso avevo un contratto a prezzo fisso, pari a 59 €/MWh, per un anno, e MONORARIO, cioè prezzo energia F1 = F2 = F3.
Il prezzo dell’energia viene applicato, oltre che all’energia effettivamente consumata (da lettura rilevata o stimata che sia) anche alle perdite di rete, che sono arbitrariamente stabilite dall’autorità ARERA e, per le utenze in bassa tensione, sono pari al 10,4% dell’energia consumata.
Per scaricarla interamente in pdf vi lascio il mio link qui.
Il dispacciamento è un servizio (a pagamento) grazie al quale la rete elettrica nazionale è stabile, cioè non ci sono interruzioni nell’erogazione dell’elettricità (black out). In italia è la società Terna s.p.a. che ha in carico il dispacciamento della rete.
Questo per dirvi che per il vostro fornitore Enel, Engie, Eni, EOn … o chiunque sia, il dispacciamento è un costo passante, una partita di giro. E per questo è FONDAMENTALE controllare che vi stiano addebitando il giusto valore.
La spesa per il dispacciamento è espressa sia in unità di misura c) €/mese che a) €/kWh, e, in particolare, essa ha lo stesso valore per tutte le tre fasce. In realtà il dispacciamento €/mese non è una spesa, ma un rimborso per gli utenti in bassa tensione (come lo sono le utenze domestiche) e vale circa -1,1652 €/mese. [NB: segno meno, è un rimborso!]
Ma quanto vale l’€/MWh per il dispacciamento? Bella domanda! A parer mio sul dispacciamento c’è un gran casino e ciò è inaccettabile. Ma lamentarsi è inutile…
Partiamo dal fatto che il costo del dispacciamento è formato da varie voci, alcune che variano annualmente, altre trimestralmente ed altre ancora mensilmente. Chi le fa variare? In parte ARERA e in parte TERNA.
In ogni caso, il pasticcio nasce poiché ARERA, come da delibera 111/06 e successivi aggiornamenti, fissa il costo di €/kWh del dispacciamento per il mercato di maggior tutela, ma nel mercato libero in realtà i fornitori sono liberi di modificare la voce art.40, che è una di quelle che compongono il dispacciamento, e quindi ne modificano il suo valore complessivo. Per esempio per il mercato tutelato per il primo trimestre 2020 il valore è fissato a 11,64 €/MWh.
Molti fornitori nelle condizioni economiche di fornitura scrivono che addebiteranno i costi del dispacciamento come da delibera ARERA 111/06. Altri, invece, avvalendosi dell’art.40, aggiungono altre voci, come: Dispacciamento Forfetario, Maggiorazione oneri di dispacciamento, Maggiorazione energia, Corrispettivo di sbilanciamento, Corrispettivo per la programmazione di consumo, Corrispettivo assicurativi, Corrispettivo per la Tutela.
Sulla mia bolletta di Engie, per esempio, è riportato un costo per “dispacciamento forfettario” di 2 €/MWh.
E mi è andata pure bene, perché è stato scritto separatamente e perché ha poi applicato il corretto valore di delibera 111/06 per il trimestre (IV TRIM 2019) in oggetto, ovvero pari a 13,4 €/MWh.
Altri fornitori aggiungono il corrispettivo del succitato art.40 all’interno della voce del dispacciamento.
Come uscirne? Non lo so di preciso… Però, visto che il dispacciamento pesa circa il 5-7% della bolletta, non starei ad impazzire: limitatevi a controllare che sia un valore compreso tra 9 e 14 €/MWh (comprensivo anche delle altre voci come ad esempio quelle sopra elencate).
NOTA: il “pasticcio” sul dispacciamento rende più complicata la comparazione delle offerte, in quanto tale costo, diverso da un fornitore all’altro, spesso non è quantificato e indicato chiaramente.
Anche questa voce, comunemente detta PCV (prezzo commercializzazione vendita), è molto importante e può incidere tantissimo sulla bolletta di chi ha pochi consumi.
Chiarisco subito che anche questa voce rappresenta una “marginalità per il fornitore” e che può essere applicata in forma di c) €/mese (PCV fissa) o a) €/kWh (PCV variabile).
Come per il dispacciamento, ARERA impone il valore di PCV per il mercato tutelato. Tale valore si trasforma automaticamente in un’indicazione della PCV per il mercato libero.
Secondo ARERA, per le utenze domestiche, per tutto il 2020 deve essere PCV fissa pari a 5,4266 €/mese e PCV variabile pari a 0 €/MWh. Come già detto però, il fornitore può liberamente modificarli a suo piacere purché sia scritto nelle condizioni economiche di fornitura.
Comunque sia, la PCV è una voce fondamentale da considerare quando si comparano offerte di diversi fornitori e prima di firmare un contratto. È poi necessario monitorare che sia correttamente applicata in fattura.
Gli importi fatturati per questa voce di spesa sono calcolati in base a una tariffa stabilita da ARERA con criteri uniformi per l'intero territorio nazionale e per le diverse tipologie di utenti. [NB: in questo caso, a differenza del dispacciamento e della PCV, i valori forniti da ARERA sono tassativi sia per il mercato di tutela che per il mercato libero, di conseguenza i fornitori del mercato libero NON possono modificarli.]
Tale voce comprende una quota variabile in a) €/kWh, una quota potenza in b) €/kW, e una quota fissa in c) €/mese.
L’unica di queste unità di misura che non abbiamo ancora visto è la b) €/kW. Molto semplice: il prezzo indicato sarà moltiplicato per la potenza impegnata (non quella disponibile) del contatore espressa in kW. Per un’utenza domestica, la potenza impegnata è solitamente di 3, 4,5 o 6 kW.
IMPORTANTE: la quota potenza, così come quella fissa, si paga anche quando non si consuma! Di seguito riporto i valori attuali pubblicati sul sito dell’autorità ARERA, che possono essere aggiornati trimestralmente. Per il 2020 il I ed il II semestre non sono variati:
[table id=1 /]
Ora potete controllare che il vostro fornitore li abbia applicati correttamente.
Se invece qualcosa non vi torna, contattatemi e ci guarderemo insieme.
Arrivati a questo punto, avrete preso confidenza e sensibilità con i numeri e l’unità di misura €/MWh… allora vi chiedo: come vi sembrano 8 €/MWh o più di spese trasporto e gestione contatore? Considerate che dal 01/05/2020 sono in fornitura con Sorgenia (clicca qui per vedere l'offerta e se la vuoi sottoscrivere usa il codice amico GiacomoC250198: avremo uno sconto in bolletta di 30€ entrambi ) ad un prezzo per la materia prima di 39 €/MWh. Dunque 8 €/MWh rappresenta il 20% del prezzo che sto pagando in questo momento. Tanto eh?!
Per scaricarla interamente in pdf vi lascio il mio link qui.
Un breve commento sullo screenshot sopra: ENGIE anziché applicare la quota €/mese la applica in €/giorno, però torna p0iché se prendete per esempio la quota fissa e fate 0,557377 €/giorni x (366* giorni/anno) / (12 mesi/anno) = 1,7 €/mese. Inoltre nella quota potenza, a mio parere sarebbe stato più corretto se avessero scritto nella colonna dell'unità di misura kW x giorni cosi come ho corretto io a mano.
*il 2020 è bisestile.
Sostanzialmente, giusto per capire cosa state pagando, gli oneri di sistema sono la somma di due voci:
Riporto la somma dei due valori, cioè il totale degli oneri di sistema, come definiti da ARERA:
[table id=3 /]
Più di 40 €/MWh???!!! Ebbene sì! Più del valore della materia prima in questo momento. Anche qui, come per le spese per trasposto e gestione contatore, occorre che controlliate che il vostro fornitore li abbia applicati correttamente. Se qualcosa non torna, contattatemi sempre qui. Prima di passare al punto successivo vorrei assicurarmi che abbiate notato che l’utente domestico NON residente paga circa 9 €/mese in più rispetto al residente.
Sotto questa voce si trovano le accise, chiamate “addizionale erariale” o “imposta erariale”, che si pagano in maniera proporzionale ai consumi – a) €/kWh – e per le utenze domestiche ammontano a 22,7 €/MWh.
Attenzione: per le utenze domestico residente e con potenza impegnata minore o uguale a 3 kW, per i primi 150 kWh/mese non è previsto il pagamento di tale imposta. Riporto una tabella riassuntiva, valida per il 2020:
[table id=2 /]
Infine l’IVA, che è pari al 10% per tutte le utenze domestiche, residenti o non, la quale viene applicata al totale di tutte le voci citate sopra: materia prima, commercializzazione, dispacciamento, trasporto e gestione contatore, oneri di sistema e accisa erariale.
Avete capito bene: ci troviamo nella situazione un po' paradossale di dover pagare un’imposta, quella sul valore aggiunto (l’IVA), su un'altra imposta, l’accisa erariale.
Di seguito riporto il dettaglio di Oneri di Sistema, Accise, IVA e Canone RAI sulla mia bolletta ENGIE del NOV- DIC 19. Come si può notare manca la voce accise infatti il mio consumo (utenza domestica 3 kW) mensile è stato inferiore a 150 kWh per entrambi i mesi.
Per scaricarla interamente in pdf vi lascio il mio link qui.
Il suo costo per il 2020 è di 90 €/anno e viene addebitato mensilmente sulle bollette in 10 rate da 9 €, addebitati nelle fatture emesse da gennaio ad ottobre compresi. Se la fattura è bimestrale, allora verranno addebitati anche i 9€ relativi al mese precedente rispetto a quello di emissione della fattura.
E adesso che sapete (spero) come leggere la bolletta della luce, sarete sicuramente più consapevoli nella scelta del fornitore di energia elettrica per le vostre utenze.