Aggiorniamo questo articolo, visto che l'incentivo Ecobonus è stato confermato anche per il 2023 - e il portale è anche già attivo! Questa guida rapida fa chiarezza sul meccanismo dell'Ecobonus, l'incentivo "base" per gli interventi per il risparmio energetico in edilizia.
L’Ecobonus è un incentivo fiscale rivolto a coloro che effettuano alcuni interventi che comportano un aumento dell’efficienza energetica (riqualificazione energetica) degli edifici e delle singole unità immobiliari. Questo strumento incentivante consiste nella possibilità di detrarre dalla propria imposta sul reddito IRPEF (o dall’IRES nel caso di società) una certa percentuale della spesa dell’intervento, in maniera equamente distribuita in 10 anni. Per questo ci si riferisce all’Ecobonus anche come “credito di imposta”.
Attualmente, la Legge di Bilancio 2023 (L. 29.12.2022 n.197) ha prorogato al 31 dicembre 2024 tali detrazioni fiscali per l’efficienza energetica degli edifici, Ecobonus, in relazione alle spese sostenute dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2024.
Trattandosi di una detrazione fiscale, l’Ecobonus è uno strumento disposto dall’Agenzia delle Entrate, ma l’invio delle dichiarazioni e i conseguenti controlli sono gestiti dall’ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Le norme di riferimento sono:
Il sito dell’ENEA dispone di una sezione dedicata agli Ecobonus: https://www.efficienzaenergetica.enea.it/detrazioni-fiscali/ecobonus.html.
Da questa pagina è possibile scaricare i Vademecum predisposti per ogni intervento. Questi documenti fondamentali forniscono in modo chiaro e conciso tutte le informazioni principali dell’incentivo: a chi è rivolto, massimale di spesa e spese ammissibili, requisiti e documenti necessari. Un’altra sezione utilissima è quella delle FAQ: ordinate per tipologia, riportano le risposte e fanno chiarezza a molte delle situazioni particolari non esplicitate nei vademecum.
Per avere una visione completa sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico, è possibile scaricare la relativa Guida dell’Agenzia delle Entrate, che ipotizziamo verrà aggiornata a breve.
L’agevolazione è rivolta ai contribuenti che “sostengono le spese di riqualificazione energetica e possiedono un diritto reale sulle unità immobiliari costituenti l’edificio”. Quindi ai proprietari dell’edificio o dell’unità immobiliare, ma anche inquilini o familiari che vi risiedono, se hanno sostenuto, totalmente o anche in parte, le spese per l’intervento.
Di seguito riporto una tabella riassuntiva degli interventi soggetti a Ecobonus, con relativa, aliquota, massima spesa e massima detrazione. In grassetto il vincolo di spesa posto dalla Legge di Bilancio.
Nota bene: se l’intervento di coibentazione involucro viene effettuato contestualmente all’intervento di sostituzione serramenti e infissi, la massima detrazione complessiva è di 60.000 €.
Per i dettagli delle procedure sui singoli interventi, rimando ai documenti utili oppure contattaci.
Prima di eseguire l’intervento, occorre assicurarsi delle seguenti questioni:
A questo punto è possibile effettuare l’intervento, avendo la cura di produrre tutta la documentazione tecnica necessaria (Attestato di prestazione energetica, asseverazione, …).
Per accedere all’Ecobonus è necessario conservare tutte le fatture e i bonifici delle spese relative all’intervento.
Attenzione: le spese sostenute da mandare in detrazione devono essere pagate attraverso bonifico/i parlanti, modello "per risparmio energetico", da compilare come segue:
Se, per sbaglio, fosse stato utilizzato il modello di bonifico sbagliato, la detrazione fiscale non decade, come confermato dall'Agenzia delle Entrate: l'importante è che venga utilizzato il bonifico parlante.
È opportuno che anche le fatture riportino indicazione della legge 27 dicembre 2006, n.296.
Si può allora procedere con l’invio della dichiarazione (Scheda descrittiva dell’intervento) sul portale ENEA dedicato all’anno in cui si è concluso l’intervento. L’invio deve essere effettuato entro 90 giorni dalla conclusione dell’intervento.
Anche se il beneficiario può assolvere questo compito in prima persona, il tecnico, con le sue competenze, ha sicuramente più dimestichezza con il portale e i campi da compilare e non rischia di incappare in errori, imprecisioni o in inutili perdite di tempo (che potrebbero comportare la perdita dell’agevolazione).
La scheda descrittiva dell’intervento deve essere stampata, firmata e conservata dal beneficiario dell’Ecobonus.
La scheda descrittiva, le fatture e i bonifici devono essere consegnati al commercialista, o CAF o analoghi, nel momento in cui si procede alla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui si è dichiarato concluso l’intervento, e per i 9 anni seguenti.
NOTA: La scheda descrittiva e la richiesta di Ecobonus è relativa all’intervento; nel caso i beneficiari, cioè di fatto le persone che hanno sostenuto le spese, di uno stesso intervento fossero più di uno, la scheda è comunque una sola.
Il Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11 ha posto fine all'opzione della cessione del credito derivante da bonus per interventi in edilizia, compresa la possibilità di sconto in fattura, con effetto più che immediato.
Al momento, l'unica possibilità è quella di portare il proprio credito in detrazione nei 10 anni seguenti.
La cessione resta applicabile per interventi già avviati: pratiche edilizie presentate prima dello scorso 16 febbraio e, per interventi in edilizia libera, per "lavori iniziati" prima della stessa data: a fare fede in questo caso possono essere documenti tipo fatture, bonifici, dichiarazioni di conformità, ddt, ...
Restiamo in attesa delle modifiche che potrebbero (e dovrebbero) esserci nel corso della conversione in Legge del DL. Per questo, ti invitiamo ad iscriverti a pagina Facebook o a newsletter mail per essere avvisati su futuri aggiornamenti.
Intanto, per completezza, riportiamo le pillole riguardanti la cessione del credito - per i fortunati che riusciranno ancora a usufruirne.
Chi deve sostenere la spesa può proporre ad uno o più soggetti di acquistare il credito d’imposta generato dall’intervento che gode dell’Ecobonus, in cambio di un premio in denaro o di una riduzione dell’importo della fattura che da pagare al fornitore per il suo lavoro.
La cessione del credito è una possibilità offerta a chi deve sostenere la spesa (cedente), ma anche al fornitore (o altro soggetto privato, cessionario), e si concretizza se e solo se entrambe le parti sono d’accordo: il fornitore non è mai obbligato ad accettare la cessione del credito.
L’espressione “riduzione dell’importo della fattura” non significa “sconto”: lo “sconto in fattura” è il termine utilizzato per uno specifico meccanismo, correlato ma diverso rispetto alla cessione del credito.
Il valore economico della riduzione dell’importo della fattura è oggetto di una trattativa privata tra cedente e fornitore/cessionario, che nelle sue considerazioni finanziare deve includere il tasso di inflazione in 10 anni.
Per questo motivo, ovviamente, la riduzione dell'importo dalla fattura o il valore del premio in denaro sono solitamente minori rispetto al valore del credito d’imposta.
La cessione del credito è efficace se viene comunicata e accettata dalla Agenzia delle Entrate, secondo i tempi e le procedure previste.
I soggetti a cui è possibile cedere il credito sono:
Chi riceve il credito può cederlo a sua volta, con il limite di 3 cessioni successive a quella originaria ma queste SOLO a intermediari finanziari.
Speriamo che questa Guida rapida all'Ecobonus aggiornata a febbraio 2023 possa essere stata di nuovo chiara e utile!
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